Ville e Penthouse da milioni di dollari per sceicchi, emiri e businessmen di mezzo mondo. Questa la quotidianità di Giorgio Palermo ed Elena Gregorutti, founder e partner di The Niu Studio, realtà di architettura e design Made in Italy di successo a Dubai

Giorgio Palermo ha una qualità innegabile: la lungimiranza. Quando infatti giunse per la prima volta a Dubai, nel 2001, c’era solo sabbia, e la megalopoli di grattacieli che vediamo adesso era un miraggio nel deserto. Ma Giorgio, dopo quella prima settimana di vacanza, non ci pensò un attimo: tornò a Milano, chiuse lo studio di architettura che aveva aperto appena un anno prima e, sulla scia dell’entusiasmo e dei suoi 34 anni pieni di sogni, si trasferì a Dubai. Oggi, a distanza di quasi 20 anni, The Niu Studio è una delle realtà di architettura e design Made in Italy più longeve nate e cresciute a Dubai, con una decina di dipendenti e una partner, Elena Gregorutti, anche lei architetto e «folgorata”» sulla via di Dubai, giunta qui a 27 anni per uno stage e mai più ripartita.

«Nel 2001, ero fra i pochissimi architetti italiani in loco. In genere, gli altri colleghi facevano base qui a spot, al massimo per qualche settimana, e poi rientravano in Italia. Non è stato facile portare avanti una scelta così fuori dal coro», racconta Giorgio, «Ma negli ultimi dieci anni, ho assistito a una radicale inversione di tendenza. Se all’inizio ero costretto a dire che vivevo in Arabia Saudita perché nessuno sapeva dove fossero gli Emirati Arabi Uniti, ora Dubai è diventata la terra promessa per molti, che credono basti venire qui e mettere un dito per terra per vedere sgorgare il petrolio, ma non è così: dei 15.000 italiani attualmente residenti, la maggior parte lavora nel settore edile, ma moltissimi da freelance o dipendenti. Troppi rischi e costi avviare un’attività in proprio! Per arrivare a consolidare il nostro nome in una realtà in continua evoluzione abbiamo investito tanto, tutto, e non solo in termini di denaro, ma soprattutto di tempo e risorse umane, per comprendere il giusto approccio al cliente, che qui si traduce in un mix di 202 nazionalità e culture diverse. In pratica, ogni giorno ti ritrovi davanti persone e mentalità differenti, che mettono a dura prova non solo l’idea stessa di come strutturare un progetto, ma anche la relazione committente/professionista. Aver precorso i tempi ci ha dato un vantaggio enorme, lasciandoci il tempo di sperimentare e imparare le modalità più adatte a ogni situazione».

Ma chi sono i clienti di The Niu Studio? «The Family House by Niu, per esempio, il progetto selezionato nella categoria Residential “Best Interior Design of the Year 2019” dei CID Awards, ci è stato commissionato da una giovane famiglia dell’alta società emiratina. La loro richiesta era di un ambiente molto funzionale, nonostante gli 800 mq di superficie, da vivere nel quotidiano, che racchiudesse in sé il meglio del design e dell’artigianato Made in Italy. E così è stato: tavoli e madie in legno massello sono stati realizzati da Il Pezzo Mancante di Firenze, i tendaggi in pashmina da Rubelli di Venezia, i lampadari sono di Murano, i marmi di Carrara, i quadri firmati Carla Asquini sono stati fatti su diretta indicazione del cliente, così come i tappeti, tessuti partendo da nostri acquerelli», continua Elena.

«Il mito dell’Italian Style è molto diffuso da queste parti», sottolinea Giorgio. «Un’altra richiesta particolare è stata quella di un uomo molto in vista in UAE: voleva a tutti i costi progettisti italiani, in grado di realizzare un capolavoro in perfetto stile palladiano. Qui vogliono tutti l’unicità, e il risultato doveva lasciare a bocca aperta gli ospiti. E così è stato: la villa è composta da 3 corpi per un totale di 12.000 mq. La residenza padronale è di circa 6.000 mq, di cui 600 di Spa, con un atrio con colonne alte 12 metri, capitelli e stucchi ovunque, arredi e rifiniture per un vero trionfo del meglio del Made in Italy. Insomma, nulla rientra in un lavoro standard. Nemmeno il garage, che ha un’inclinazione studiata ad hoc per agevolare l’accesso delle fuoriserie sportive, di cui il proprietario è collezionista».

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